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“E’ gratuito!”– I parte

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Costo opportunità

P.J. O’ Rourke disse:

“Se ritieni che il Servizio sanitario oggfreei sia costoso, aspetta di vedere il suo prezzo quando diventerà gratuito”.

Il significato nascosto dalla battuta di O’Rourke è definito dal costo-opportunità che emerge dall’implementazione di “politiche sociali gratuite”.

Persino alcune persone che non hanno mai studiato economia comprendono come dietro la redistribuzione di ricchezza dello Stato ci siano enormi costi opportunità a carico sia dei cittadini che pagano per i “lasciti” che per quelli che li ricevono.

“Le risorse sono scarse e può esserci qualcosa di gratuito solo se non c’è opportunità diversa per gli utenti” (LEE 1999).

Quando una persona povera decide di avere figli sfruttando il welfare, questa persona restringe o cancella la possibilità di fare qualcosa di più produttivo: lavorare, migliorare se stessa, scongiurando così disperazione e dipendenza che, inevitabilmente, giungono nella sua vita con l’assistenzialismo.

Ad uno degli autori è capitato di sedersi in un ufficio della Previdenza Sociale per correggere una data di nascita errata su un documento.  Si è recato in una stanza piena di gente pronta a riscuotere l’assegno mensile di Stato; era affascinante e triste vedere quanto fossero depresse queste persone, nonostante attendessero un assegno per il loro mantenimento. Non avrebbero mai voluto trovarsi lì, essendo costretti ad aspettare e dovendo affrontare l’indifferenza degli impiegati della Previdenza Sociale. Una volta che l’assegno veniva monetizzato, il sollievo e la gioia sarebbero durati solo finché i soldi non sarebbero finiti. Sospetto che lo Stato, sicuramente non i destinatari del welfare, non registri la perdita di tempo e l’umiliazione personale come costo opportunità del salvataggio finanziario.

Lo Stato che cerca di salvare persone incapaci di prendersi cura di sé stesse: un paradosso. Il termine “salvare” arriva dalla letteratura medica, nella quale il medico salva il paziente che è in pericolo. Spesso emerge un altro problema: le persone salvate non tollerano il fatto che il soccorritore sia in grado di aiutarli tutti ed il soccorritore risente del fatto che le persone salvate non apprezzino il suo aiuto.

Un punto di vista economico sulle politiche sociali gratuite

Esattamente come gli orsi sono attratti dal miele, così il mondo occidentale,  ha risposto, senza precedenti,  alle promesse politiche di previdenza sociale , sia da parte dei loro governanti che delle loro imprese. Abbiamo trascorso molti mesi delle ultime due estati viaggiando per l’Europa e quando interrogavamo le persone sul loro sistema sanitario, la stragrande maggioranza rispondeva: “ Beh… E’ Gratuito!”.

Ma è realmente così? La maggior parte degli europei è costretta a lavorare fino a luglio per mantenere l’apparato burocratico e, in Scandinavia, tra imposta sul reddito, contribuzioni sociali e Iva si oscilla attorno all’80 per cento del proprio lavoro. Gli europei ammettono senza problemi: i ricchi malati di cancro o di malattie cardiache frequentemente si recano negli Stati Uniti per comprare o, semplicemente, ricevere trattamenti salvavita.

Mises (1990) avvisava riguardo alla “strutturale scarsità tanto di tempo quanto di risorse” e ci ricordò di agire saggiamente quando vanno prese delle decisioni in merito. L’uso dell’assistenza gratuita è un trucco sostanzialmente retorico che è stato usato per secoli e secoli da dittatori, despoti e pubblicitari privi di scrupoli. In Predictably Irrational, Dan Ariely (2008, p. 55) ci mette in guardia: il termine “gratuito” è solo un bottone emotivo – una fonte di eccitazione irrazionale. Il 24 settembre 2012, in prima pagina sul Wall Street Journal, una storia riportata da Robin Sidel intitolata “I conti correnti gratuiti costano di più” l’autore riportò che i clienti delle banche si precipitavano per aprire i loro conti correnti ritenuti “gratuiti”, salvo poi restare scioccati, scoprendo che quegli stessi conti richiedevano centinaia di dollari di deposito (che sarebbero rimasti a disposizione della banca senza interessi).

“Gratuito” è anche l’aggettivo chiave fa parte dell’arsenale retorico e populista dell’Hugo Chavez di turno. I politici progressisti di entrambi gli schieramenti delle “navate” nella politica americana continuano ad usare la parola “gratuito” per ottenere vantaggi dagli elettori. E’ interessante notare come la Commissione federale del commercio pubblichi una guida (251.1) nella quale avverte i consumatori sull’uso potenzialmente scorretto della parola “gratuito” riguardo alle merci al dettaglio

Poiché la spesa dei consumatori è sempre rivolta alla ricerca del migliore acquisto e guarda all’offerta di prodotti o di servizi ‘gratuiti’ con particolare attenzione, queste offerte devono essere fatte con estrema prudenza, in modo da evitare ogni possibilità di inganno del consumatore”.

Noi riteniamo che questa regolamentazione non troverebbe il consenso dell’ex Presidente della Camera dei Rappresentanti, Nancy Pelosi: questa spingeva i giovani, in particolar modo i talenti artistici, ad abbandonare il proprio lavoro e a seguire le loro passioni poiché il loro sistema sanitario non avrebbe più comportato sforzi (sarebbe diventato “gratuito”). Tutto ciò dopo la difesa, da parte della Corte Suprema, dell’obbligo individuale contenuto nella nuova legge sull’assistenza sanitaria. I governi nel mondo hanno offerto benefit “gratuiti” ai loro cittadini per secoli; la Grecia ha addirittura assurto questa opera a nuova scienza sociale.

Articolo di Loyd S. Pettegrew e Carol Vance su Mises.org

Traduzione di Marco Marinozzi

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